Anne Givaudan ha nel suo sito una rubrica nella quale risponde ogni tanto a delle domande che le vengono poste. Qui di seguito la risposta ad una domanda su quale cibo sia opportuno somministrare ai nostri animali domestici.
DOMANDA: “Mi chiamo Caroline, ho una domanda in merito a quello che dice la signora Givaudan sulla coerenza delle nostre azioni, nello specifico che amare gli animali e mangiarli non è coerente. Io non mangio animali ma, avendo degli animali domestici, compro per loro dei cibi con la carne naturalmente. Sono nell’incoerenza?”
RISPOSTA di ANNE: Quello che voglio dire a Caroline e a tutte le persone che nutrono i loro animali: “Non siete nell’incoerenza. Anche io, per esempio, ho un cane e un gatto. Per il cane, all’inizio ho provato a nutrirlo con delle crocchette non elaborate, con insetti perché mi son detta che era meno che prendere del manzo, o anatre o montone o grossi animali, oppure prendere delle larve, però questo non era l’ideale.
So che si possa abituare un cane, ma non l’ho fatto fin dall’inizio e non lo sapevo. Si può abituare un cane a mangiare vegetariano, mentre questo non è possibile con un gatto perché non ha quello che serve per poter vivere senza carne. Questo è per lo meno quello che dicono i veterinari. Sono dei felini, effettivamente. Nella natura gli animali fanno quello: si mangiano, non gli uni e gli altri, ma mangiano altri animali; però non nel modo in cui lo facciamo noi; noi per quello che ci riguarda, non ne abbiamo bisogno. Per di più possiamo rispettare il regno animale. Dunque, non preoccupatevi da quel lato, fate del vostro meglio. Però quando si hanno degli animali … per esempio, se aveste un leone, dovreste dargli della carne. Non penso che un leone possa essere vegetariano, almeno non per il momento, anche se lo sono su altri mondi, anche se lo erano in altre epoche estremamente lontane. Comunque, oggi come oggi è così.”

Desidero aggiungere alcune considerazioni a quanto esposto da Anne. Personalmente ritengo che ciò che ci deve guidare nella scelta del cibo da dare ai nostri animali sia conseguente alla motivazione per cui noi umani decidiamo di non nutrirci di carne, ossia la volontà di rispettare la Vita, quindi di non contribuire ad infliggere sofferenza.
Credo non occorra che mi dilunghi su quanto dolore patiscano gli animali negli allevamenti intensivi, dove sono trattati alla stregua di oggetti, non solo quindi non dotati di intelligenza e sentimenti, ma anche privi di sensibilità fisica. Questo è particolarmente penoso quando si tratta di grandi mammiferi, i quali hanno un elevato livello di coscienza.
Il mercato della carne, come per qualsiasi altra merce, è sottoposto alla legge della domanda e dell’offerta: se sparisce la richiesta di carne automaticamente spariranno anche i lager degli animali. Ed è a questo che dobbiamo tendere. Purtroppo dobbiamo arrenderci al fatto che, per il momento, una totale scomparsa del dolore nel mondo, non sia una cosa possibile.
Il nostro pianeta, attualmente in grande subbuglio, sta transitando verso un superiore stato dell’Essere, la 5° dimensione, tuttavia per il momento la 3° dimensione ancora prevale. Nella tridimensionalità esistono gli opposti: caldo-freddo, luce-buio, piacere-dolore ecc. Sperimentando gli opposti la nostra coscienza evolve. Al momento questo è ancora un pianeta scuola, dove attraverso la dinamica tra gli opposti impariamo le nostre lezioni, benché si avvii a diventare un pianeta sacro, dove non c’è più la crescita dura, e cominci invece l’evoluzione sottile, profonda, e dove il cammino sarà vellutato e non più tormentoso.
Questo per dire che, per ora, una totale scomparsa del dolore, nostro e degli altri regni, non è possibile, e di questo è giocoforza tener conto anche nella scelta del cibo per i nostri animali. Se la Natura contempla delle specie carnivore, bisognerà rispettare la loro struttura. In Natura tutto ha un senso e tutto è funzionale all’evoluzione. La nostra coscienza, prima di diventare umana ha fatto esperienza di tutti regni.
Qual è in definitiva il dolore che infligge una specie carnivora? Essa uccide per fame delle creature che fino a quel momento hanno vissuto la vita per cui sono state create. Dà una morte rapida. Gli esseri umani invece possiedono oggi la tecnologia per torturare la vita di tutti i regni dal suo affacciarsi al suo epilogo.
Se siamo esseri coscienti il nostro criterio di scelta del cibo, per noi e per i nostri animali, onnivori o carnivori che siano, non può essere che quello che esso comporti la minima quantità di dolore possibile. Per es., per noi stessi, se vogliamo mangiare delle uova, scegliamole di galline ruspanti o, se non è possibile, compriamo delle uova biologiche, poiché provengono da galline le cui necessità fisiche vengono rispettate: sono allevate a terra, all’aperto, in uno spazio esteso e nutrite con cibo che non contiene pesticidi, OGM e antibiotici. Piuttosto che un uovo di galline ovaiole in gabbia, che non hanno spazio nemmeno per stare tutte in piedi o tutte accovacciate, cui viene troncato il becco con una lama rovente, senza anestesia, cui viene l’osteoporosi perché stimolate farmacologicamente a produrre grandi quantità di uova, meglio un pesce pescato in mare, non di allevamento quindi, il quale muore ammazzato, ma ha vissuto la vita che gli è propria fino a quel momento e poteva anche finire nello stomaco di un altro pesce.
Contrariamente a quel che si pensa, i formaggi comportano molto dolore. Le vacche, infatti, sono continuamente ingravidate per la produzione del latte, i vitellini vengono loro sottratti al momento della nascita e alimentati artificialmente per un po’ e poi macellati: agli umani piace la carne tenera! Le vacche si sfiniscono a causa dell’intenso sfruttamento, tanto da non reggersi più in piedi, e vengono portate al macello trascinate per una zampa: sono le famose “vacche a terra”.
Non mi voglio dilungare perché questo non diventi un racconto dell’orrore. Per i nostri animali il criterio di scelta rimane il medesimo: se si cucina loro il cibo in casa ci si può orientare nella scelta delle carni su quelle biologiche, perché allora perché allora le necessità dell’animale da cui proviene quella carne, finché è in vita, vengono rispettate.
Esiste anche del cibo industriale biologico per cani e gatti, sia crocchette che umido, tuttavia costa davvero tanto e bisogna vedere se ce lo possiamo permettere. Dipende dal numero degli animali e da quanto sta piangendo il nostro conto corrente di questi tempi. Se il cibo biologico è oltre le nostre possibilità, facciamo quello che possiamo. Del nostro meglio, come dice Anne.

Reputo, che la vita, per vivere si debba nutrire di vita, lessi in un autorevole trattato, e il pensiero fu che una pianta si nutre di acqua e luce.
Fui smentito all’istante, dai erba a una mucca, un topo al tuo gatto, un gatto al tuo cane, una carruba e uno zuccherino al tuo cavallo che ti porta ovunque senza nulla chiedere.
Rimasi di stucco, incredulo, che una persona potesse dire ciò.
Invece aveva ragione.
Aborro le pubblicità in TV ove il cibo per i nostri animali, è a immagine di ciò che che piace.
Aborro il mercato del cibo per i nostri animali.
Aborro ciò che inconsapevolmente un mercato milionario ha trasformato
In consumatori tutti gli amanti degli animali.
Perdona il mio sfogo
Un caro saluto Wu Otto
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Ogni stadio evolutivo comporta una alimentazione idonea al livello raggiunto.
Per gli esseri umani una dieta che non comporti crudeltà è possibile. Certo il veganesimo o altri modi di alimentarsi ancora più estremi non si possono imporre e nemmeno è opportuno sceglierli razionalmente, per poi struggersi davanti ad un arrosto che ci si proibisce di mangiare. Quella infatti è una frustrazione e le frustrazioni fanno male, portano alla malattia.
Viene un momento però in cui non puoi fare a meno di astenerti da cibi che non rispettano la vita: non è più una scelta, è una necessità che viene da dentro di te.
Possiamo comunque tenere per buono l’assunto che la vita per esistere sul piano materiale debba nutrirsi di altra vita: anche in un filo d’erba c’è vita infatti, però non è una vita cosciente di se stessa.
Grazie per il tuo contributo Wu Otto
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E perdona anche la mia stupida ignoranza, di aver pensato I miei o i nostri animali, una volta non si compravano, nascevano in famiglia e facevano parte di essa.
Wu un sorriso di altri tempi
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Dovrebbe essere ancora così infatti: il commercio di esseri senzienti è un’aberrazione, a mio parere. Ovviamente ci compete di regolare la riproduzione degli animali di famiglia.
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