Sull’amore di sé

Proprio in questi giorni la situazione geopolitica testimonia che il nostro pianeta è come sull’orlo di un baratro: la nostra civiltà può dirigersi verso l’estinzione, come è già successo per la Lemuria ed Atlantide, oppure potremmo fare ulteriori passi avanti verso la costruzione di un nuovo mondo, che è già iniziata.

I media mainstream non danno l’idea della serietà della situazione in cui ci troviamo perché sono al servizio dell’Ombra, come lo sono i governi, perlopiù occidentali.

Noi, gli esseri umani dei popoli, siamo l’ago della bilancia, ciò che può indirizzare il futuro verso l’una o l’altra opzione. La scelta è nostra. Non a caso in tutti i messaggi che ci arrivano sia dall’Alleanza Galattica che dal mondo dello Spirito, ci viene chiesto di nutrire la Luce, di far aumentare l’Amore in noi per poterlo irradiare e diffondere, in modo da favorire l’ascensione. E’ questa una cosa che non siamo in grado di fare in assenza dell’amore per noi stessi.

Per chiarirci le idee su questo punto mi sembra utile riportare uno stralcio ripreso da un libro di Anne Givaudan. E’ la sua Guida che le sta parlando.

“Sai bene anche tu che quando quel Grande Maestro che è stato Gesù ha detto: “Ama il prossimo tuo come te stesso”, è stato chiarissimo, anche se già sapeva che le sue parole sarebbero state interpretate in molti modi diversi. Quasi tutte le religioni della Terra si sono fondate sulla prima parte di questa frase, facendo in modo che, a poco a poco, vi dimenticaste di voi stessi. Sappi però che nessuno può amare un altro se prima di tutto non ha offerto questo dono a se stesso. Amarsi non significa tenere a sé più che agli altri, ma dedicare a se stessi l’attenzione, il rispetto, la tenerezza, la benevolenza che si provano per le persone che amiamo. Credimi, è difficile tendere la mano a qualcuno se non amiamo la nostra stessa mano; ben poche civiltà si sono tanto male amate quanto quella che attualmente popola la Terra. Ed è anche per questo che siete venuti: per reimparare a sorridere a voi stessi, per accettarvi così come siete, per amarvi, per amare meglio.” (A.Givaudan, ALLEANZA, ed. Amrita, Torino 2001, pag. 32)

In un’altra delle opere di Anne Givaudan, “Rivelazioni galattiche per un nuovo mondo(pag.37), la Guida le dice che gli umani, per sintonizzarsi ed integrare meglio le nuove energie che arrivano sulla Terra, possono avvalersi dei simboli che li collegano ai codici stellari. Esiste un mazzo di carte che contiene di questi codici, si tratta delle “Carte dell’Alleanza Galattica”. (Anne Givudan e Stéphane Cavé, CARTE ALLEANZA  GALATTICA, Edition S.O.I.S. 2021)

I simboli contenuti in questo mazzo di carte sono stati ricevuti da Stéphane Cavé in occasione di un suo contatto con le stelle. Le parole scritte sono tratte dal libro “Alleanza”, già citato, e sono state pronunciate dagli esseri del pianeta Venere. Le immagini rappresentate sulle carte sono dei codici di attivazione, delle matrici grafiche e degli schemi pittografici che combinano geometrie sacre e codici di luce. Le frasi degli Esseri delle Stelle, unite alle porte inter-dimensionali degli Starcode, permettono di allinearsi ed entrare in comunione con la nostra parte più luminosa.  

A proposito del come servirsi delle carte, ci viene consigliato, quando guardiamo il simbolo e leggiamo le parole, di chiudere gli occhi per qualche istante per ricentrarci ed entrare più facilmente in contatto con le energie delle stelle. Non serve cercare di udire o captare messaggi particolari. Ciò che arriva, anche se è silenzio, sarà benefico per tutti i nostri corpi, da quello più materiale a quello più sottile. Poiché stiamo parlando dell’amore di sé, riporto lo Starcode relativo.

Per fare il punto sull’amore e sull’attenzione che abbiamo per noi stessi è anche utile porci delle domande. Siamo troppo critici con noi stessi, pensiamo di essere stupidi o incapaci di fare qualcosa? Siamo troppo esigenti con noi stessi, al punto da non concederci del riposo o del tempo per noi, che sia creativo e rigenerante? Abbiamo poco rispetto di noi stessi, così da infliggerci dei compiti troppo pesanti? Ci sentiamo inferiori a qualcun altro, senza considerare quindi che il paragone non ha alcun senso, poiché ciascuno di noi è unico ha la sua particolare via da seguire?

A volte chiediamo agli altri di appagare la nostra fame d’amore, perché noi non sappiamo darcelo, ma questo genera rapporti tossici in cui scattano il bisogno, l’attaccamento, il possesso. Sono in definitiva rapporti privi di gioia, che non riempiono il vuoto che sentiamo dentro. Molto tempo fa la mia Guida spirituale mi disse che darsi amore non è egoismo, ma è darsi nutrimento. Disse che noi siamo come delle dispense: se la nostra dispensa è vuota cosa abbiamo da donare se qualcuno viene a chiederci qualcosa? Ma se noi ci nutriamo di gentilezza, accettazione e comprensione verso noi stessi, la nostra dispensa sarà piena, allora sì che potremo davvero alleviare la fame e la pena altrui.

Per concludere vorrei ricordare le parole dello Starcode n° 8: “Ogni volta che un essere umano si eleva in se stesso, spalanca il cuore e le braccia, si accetta, supera le sue barriere e fa un passo avanti, centinaia di altri esseri umani fanno quello stesso passo insieme a lui”. La nostra energia influenza l’energia collettiva: se impariamo ad amarci molti altri saranno sospinti e facilitati a fare altrettanto.


Nota: qui l’articolo sullo Starcode n° 8

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