Il respiro consapevole

E’ da un po’ di tempo che Anne Givaudan, su invito delle sue guide, raccomanda di inserire nella nostra vita quotidiana due semplici pratiche, inerenti alla respirazione e all’atto del bere.

Le guide le hanno detto che il prana che introiettiamo tramite il respiro e l’acqua che beviamo sono tra gli elementi essenziali della prossima era. Ciò che viene richiede che consideriamo l’Acqua, la Terra, il Fuoco, l’Aria e il Prana non più come semplici elementi costitutivi del nostro corpo fisico, bensì come entità risananti e dinamizzanti il nostro intero essere. Il rapporto che stabiliamo principalmente con l’acqua ed il prana sarà il motore della nostra trasformazione, eleverà le nostre vibrazioni e faciliterà il nostro passaggio verso ciò che sta arrivando. Allo stesso tempo la nostra trasformazione coadiuverà l’ascensione planetaria: la Terra infatti sta cambiando dimensione e questo nessuno potrà impedirlo, ma l’energia che gli umani emettono possono o aiutarla oppure ostacolarla, dal momento che siamo immersi nel suo campo energetico.

Le rivelazioni e le profezie in realtà sono solo delle probabilità: siamo noi esseri umani del pianeta Terra a scrivere il nostro mondo giorno per giorno. Ci viene chiesto di non allentare la nostra attenzione, di rimanere vigili in questi tempi della vita, in modo che il peggio possa essere evitato.

La pratica con l’elemento acqua merita una trattazione a parte, in questo scritto ci occuperemo del prana e del respiro. Il prana è l’energia vitale presente in tutto ciò che è manifesto: nell’aria, nell’acqua, nel cibo che mangiamo, nella luce che illumina le nostre giornate, nel nostro corpo. E’ un’energia conosciuta da tutte le antiche civiltà ed è assimilabile al Chi ( pr. Cì) della tradizione cinese, al Ki dei giapponesi, al Pneuma dei greci e al Ka degli egizi.

Corrisponde all’elemento etere, che è l’energia che sostiene la vita della materia densa e la matrice che dà forma a tutte le cose. Ad esempio, attorno alla gemma c’è già un campo di forza con la forma della foglia intera e la materia andrà gradualmente a riempire quella forma. Senza campo eterico non c’è vita fisica: nei cadaveri, in un albero tagliato, in una foglia caduta, il campo eterico non c’è più e rimangono solo molecole di materia destinata a disgregarsi.

Il prana circola all’interno del nostro campo eterico, o corpo eterico, attraverso una rete di microtubuli chiamati ‘nadi’, del tutto assimilabile alla circolazione sanguigna nel corpo fisico, e noi scambiamo continuamente il prana con l’esterno del nostro corpo denso tramite la respirazione. Per rafforzare i nostri corpi sottili ed il nostro corpo fisico ci viene dunque suggerito di “respirare”, tuttavia  non si tratta della respirazione yoga né di nessun’altra tecnica, quanto piuttosto di attingere ad un livello di consapevolezza in grado di trasformare le nostre cellule e renderle più adatte a superare le turbolenze del passaggio che sta avvenendo.

Essendo il prana l’energia divina, respirare consapevolmente inviterà l’amore a entrare in noi e terrà lontana la paura, così abilmente alimentata dal nostro ego. Ecco dunque la pratica che ci viene offerta:

(La voce della guida ad Anne Givaudan)

“Affinché abbia luogo un cambiamento persino nelle vostre cellule, vi suggeriamo di respirare consapevolmente almeno tre volte al giorno, facendo sette respiri. La qualità della vostra respirazione sarà decisiva. Ricordate che non è l’aria che state respirando, ma il Soffio divino.

Cominciate, allora, col prendere coscienza del prana che circola dentro di voi e che respirate ovunque, indipendentemente dal grado di inquinamento o di confinamento. Il prana è ovunque: nei luoghi più luminosi e nei luoghi più bui, all’aria aperta o in una prigione, in mezzo alla natura o in un ambiente inquinato.

Senza di esso, la vita non esiste. Tenete a mente che la circolazione del prana segue il tracciato di una lemniscata: visualizzatelo, amatelo, e inviatelo ai punti dolenti del vostro corpo. Pensate che esso purifica le vostre parole e i vostri pensieri, quindi anche le vostre azioni. Trovate voi stessi le parole per dirlo e a poco a poco, nel corso delle settimane, questa pratica diventerà parte di voi: ciò cambierà e rafforzerà tanto il corpo fisico quanto i corpi sottili. La vostra solidità interiore si espanderà e la paura si dissolverà come neve al sole.

Per respirare non c’è bisogno di mettersi in una posizione particolare o di eseguire alcun tipo di rituale: respirate in modo naturale, lì dove siete, senza fare appello a nessun altro elemento se non a voi stessi. Sappiamo che la cosa più complicata per gli esseri umani sarà non dimenticare … voglio dire, non è che vi dimenticate di respirare, ma vi dimenticate di farlo consapevolmente”.

(da Anne Givaudan, “Uscire dalla Matrice”, ed. Amrita)

Mi piace condividere anche queste parole di Eckart Tolle sulla respirazione:

“Potete scoprire lo spazio interiore creando delle pause, degli intervalli, nel flusso del pensiero. Senza questi intervalli, il pensiero diventa ripetitivo, privo di ispirazione o di qualsiasi scintilla creativa. Questa è la realtà per la maggior parte delle persone su questo pianeta. Non preoccupatevi della durata degli intervalli: bastano pochi secondi. A poco a poco, queste pause si prolungheranno da sole, senza alcuno sforzo da parte vostra. Ciò che è più importante della loro durata è che le invitiate frequentemente, in modo che costellino di spazio le attività quotidiane e i vostri pensieri.

Recentemente qualcuno mi ha mostrato la brochure annuale di un’importante organizzazione spirituale. Sono rimasto colpito dall’ampia scelta di conferenze e workshop offerti. Mi ha ricordato uno smorgashord, quel buffet scandinavo in cui si sceglie ciò che si desidera da una miriade di piatti, uno più allettante dell’altro. La persona che mi aveva dato la brochure mi ha chiesto se potevo consigliarle uno o due corsi. “Non lo so – ho risposto – sembrano tutti molto interessanti”.

“Ma quello che so – ho aggiunto – è che devi essere consapevole del tuo respiro il più spesso possibile, ogni volta che te ne ricordi. Se fai questo esercizio per un anno, la trasformazione sarà molto più potente che se seguissi tutti questi corsi. Inoltre, è gratuito”.

“Quando diventate consapevoli del vostro respiro, la vostra attenzione si stacca dai pensieri, creando spazio. Questo è uno dei modi in cui suscitate la consapevolezza. Sebbene la consapevolezza sia già totalmente presente nell’immanifesto, siamo comunque qui per condurre in tale dimensione anche la coscienza.

Quindi, siate coscienti del respiro. Notate le sensazioni create dalla respirazione: sente l’aria che entra ed esce dal corpo, notate come il petto e l’addome si espandono quando inspirate e si contraggono leggermente quando espirate. Un solo respiro cosciente è sufficiente per creare spazio dove prima c’era solo un flusso ininterrotto di pensieri. Fare spesso un respiro consapevole (meglio se due o tre di fila) durante la giornata è un modo eccellente per creare spazio nella vostra vita. Anche se meditate per ore sul respiro, come fanno alcune persone, tutto ciò di cui dovete prendere coscienza è UN respiro. Il resto è memoria o anticipazione, in altre parole, pensiero. Respirare non è qualcosa che si fa, ma qualcosa di cui si è testimoni mentre accade. Non c’è bisogno di alcuno sforzo”.

(da Eckart Tolle, “Un Mondo Nuovo”, ed. Mondadori)


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