La saggezza della disobbedienza-parte II°

Come si sarà potuto evincere dalla prima parte di questo post, disobbedire agli ordini o agli obblighi imposti quando essi violano i nostri diritti o sono contrari alla nostra coscienza, che è la voce del Sé, è un compito evolutivo.

Anne Givaudan, decisamente tra i miei autori favoriti, come è noto possiede la facoltà di uscire dal corpo e viaggiare nei mondi sottili, per adempiere a dei compiti che le vengono assegnati dalle sue guide. Nel suo libro “Il patto violato: vite interrotte” Anne racconta la storia di alcune anime che hanno scelto il suicidio. Una di queste storie può egregiamente servire ad esemplificare la necessità di saper dire di no quando l’ordine stabilito ingiunge di fare qualcosa che la nostra morale riprova. E’ la storia di John Smith, che di seguito riassumo.

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La saggezza della disobbedienza-parte I°

Esiste una disobbedienza che non ha nulla a che vedere con la ribellione di chi non accetta limiti al proprio ego ed è invece una disobbedienza che proviene dall’ascolto dell’Anima. Essa richiede consapevolezza di sé, responsabilità, coerenza, e la sua attuazione richiede coraggio e fermezza: si tratta della disobbedienza alle imposizioni che vanno contro la nostra coscienza ed i nostri diritti.

Questi sono tempi particolari in cui, per effetto del compimento di grandi cicli cosmici, un Nuovo Mondo sta nascendo, mentre il vecchio, morente, si dibatte e distrugge.

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