L’evoluzione del Wesak

Per coloro che non lo conoscono, va detto che il Wesak è un festività orientale molto antica e appartiene alla tradizione buddhista. Ciò che viene celebrato in questo giorno sono la nascita, l’illuminazione e anche la dipartita del Buddha.

La tradizione indiana narra che cinquecento anni prima di Cristo il principe Gautama Siddharta, dopo aver trascorso la sua lunga vita nell’ascesi, raggiunse il massimo dell’illuminazione divenendo così un “Buddha”, cioè un risvegliato, e liberandosi pertanto della necessità di tornare ad incarnarsi ancora sulla Terra. Egli morì poi nell’anno 483 avanti Cristo, nel mese di Wesak (maggio), nella notte del plenilunio.

Un momento prima di entrare nel Nirvana, il luogo dell’eterna beatitudine, Egli si volge indietro a guardare il pianeta che ha appena lasciato e vede tutti gli esseri schiacciati dalla sofferenza, dalla fatica, dalle malattie, dalla violenza della natura e dei loro stessi simili ed il suo cuore compassionevole prova pietà. Da ogni angolo della Terra sale fino a lui il grido di dolore di tutti i regni: minerale, vegetale, animale e umano. Tanto basta a fargli maturare la decisione di trattenersi sulle soglie del Nirvana finché anche l’ultimo essere abbia raggiunto la liberazione e promette di tornare ogni anno, nell’anniversario della sua morte, cioè al plenilunio del segno del Toro, ad elargire la sua benedizione sul mondo.

Da allora si celebra in Asia questa ricorrenza, il Wesak, presso il monte Kailash, nell’Himalaya, in una valle conformata a bottiglia. La cerimonia comprende anche un alzabandiera e ciò che viene innalzato è un vessillo simbolo del Wesak, chiamato Tarboche. Per questa festa giungono nella valle Lama e Monaci da tutti i luoghi attorno e da tutte le lamaserie, in processione.

Questo è quanto proviene dalla tradizione buddhista. Un apporto alla conoscenza delle energie in circolazione al plenilunio di maggio ci viene anche da Anne Givaudan e Daniel Meurois, i quali hanno ricevuto in proposito degli insegnamenti da un maestro di saggezza diffondendoli poi tramite il libro intitolato: “Wesak: il tempo della Riconciliazione”.

Come è noto essi, che un tempo erano marito e moglie, praticano da decenni la fuoriuscita cosciente dal corpo: è il loro modo di ottenere delle informazioni per poi divulgarle. Nel maggio del 1991 si sono sentiti richiamati nell’Himalya da un grande Essere, nel quale poi riconoscono Babaji, un maestro di saggezza considerato immortale poiché si manifesta da secoli nello stesso corpo di giovinetto. Egli intende trasmettere loro un insegnamento e chiede sia riportato in occidente: questo insegnamento concerne la riconciliazione dell’individuo con se stesso e con tutto ciò che esiste.

Riconciliarsi con se stessi vuol dire sciogliere i propri blocchi, i propri conflitti, quindi mettere un punto finale all’autocensura, all’autopunizione, al rifiuto di ciò che siamo, poiché tutto questo ci mantiene in uno stato di mancanza d’amore verso gli altri e verso noi stessi, sbarrandoci l’accesso alla nostra essenza divina interiore. La riscoperta del principio divino in sé comporta  necessariamente il riconoscimento di quello stesso principio divino in tutto, in ogni cosa, e questo significa non sentirsi separati né dal regno umano,  né dai regni animale, vegetale e minerale. Riconciliazione quindi come assenza di separazione, come riconoscimento dell’Unità dentro e fuori di noi. Filosoficamente parlando siamo in molti a dirci d’accordo su questo, ma quando si tratta di incarnare questo principio ci accorgiamo che non è facile e che bisogna rifondare completamente il nostro modo di essere.

Questo messaggio è stato affidato ad Anne e Daniel alla luna piena di maggio, proprio nel tempo della festa del Wesak. Trovandosi nei piani sottili e vedendo cose che sfuggono ai sensi fisici, si sono resi conto che oltre alla festa stessa c’era qualcosa di molto più universale, di molto più grande: hanno potuto vedere che la Terra era irrorata da potenti energie contemporaneamente buddhiche e cristiche, cioè di Amore-Saggezza. Un Wesak oltre il Wesak.

Viene loro spiegato che dall’inizio di questo secolo, ed anche un po’ prima, una nuova energia si è messa in moto. Essa tende ad unire più che mai due grandi correnti di pensiero, di sensibilità, e due raggi: il raggio Buddhico e il raggio Cristico. Non può essere ignorato che giustamente entriamo in un’era in cui le forze si spostano e si trasformano. Durante il plenilunio di maggio questa energia si espande per 3 giorni con una forza poco comune sul nostro pianeta ed è una forza che permette un riaggiustamento, una nuova modifica del DNA affinché possiamo ritrovare in noi e dispensare intorno a noi la forza e la pace dell’Amore.

Babaji aggiunge che quindi il Wesak non è soltanto una festa commemorativa, passiva, ma è una festa che richiede a ciascuno di noi un ruolo attivo di collaborazione, nel senso che ci viene richiesto di ricevere queste energie e di ritrasmetterle. Questo avviene tramite delle meditazioni-trasmissioni da fare in quei giorni, durante le quali questa energia impregnerà le nostre cellule facendoci ritrovare la nostra capacità di trasmettere, non attraverso le parole, non attraverso i gesti, ma attraverso ogni particella del nostro corpo fisico e dei nostri corpi sottili in unione col Sé.

Negli anni seguenti Anne Givaudan ha ricevuto dagli Elohim Solari una meditazione, più sotto riportata in corsivo, idonea allo scopo. Le parole inserite tra parentesi le ho aggiunte io, con l’intento di rendere più chiaro il testo. Per coloro che non sapessero che cos’è una meditazione di trasmissione preciso che si tratta di una meditazione cosiddetta ‘di servizio’, in quanto è un modo per servire il mondo: si tratta di offrirsi come trasformatori. E’ pertanto diversa da molte altre forme di meditazione.

I Maestri hanno a loro disposizione energie spirituali straordinarie e tra i loro compiti più importanti vi è quello di diffondere queste energie nel mondo, per promuovere il piano di evoluzione previsto per questo pianeta. Spesso queste energie sono troppo elevate per raggiungere la massa degli uomini, in questo caso chi pratica la meditazione di trasmissione agisce come trasformatore: i Maestri trasmettono queste energie attraverso i chakra dei meditanti e questo automaticamente le trasforma rendendole più accessibili e più facilmente utilizzabili per l’umanità.

Per stabilire un contatto con la Gerarchia dei Maestri si porta l’attenzione al chakra situato tra le sopracciglia e si recita la Grande Invocazione. Chi non la conosce la trova riportata nella figura in calce all’articolo.

Rimane un’ultima cosa da chiarire e riguarda la data corretta per questa celebrazione. Il plenilunio del Toro non tutti gli anni cade a maggio, a volte si verifica in aprile, quindi, in quest’ultimo caso, quando celebrare? La tradizione buddhista ancestrale celebra il Wesak durante il plenilunio del Toro, mentre i Maestri di Shamballa, dove ha sede la Gerarchia Planetaria, dicono che è attraverso il plenilunio di maggio che si tratta davvero di ricevere e unirsi alla comunicazione sottile tra il Buddha ed il Cristo, quindi è questa la luna piena che consente una reale ritrasmissione delle energie.

Anche qui si tratta di non separare, di non opporre due Wesak: semplicemente sul piano cosmico le energie sono in trasformazione e dall’inizio di questo secolo accadono cose nuove sui piani sottili. Pertanto chi è vicino alla religione buddhista può esercitare la commemorazione alla luna piena del Toro, però d’ora in poi è importante costruire le basi di un Wesak che non riguardi solamente una tradizione, ma che sia più universale e riguardi l’insieme del popolo umano, e che si collochi nel plenilunio di maggio.

Ecco la meditazione e Buon Wesak a tutti!

 

Vi salutiamo Fratelli e Sorelle di sempre.

Il momento del Wesak si approssima. Per voi e per vostro pianeta è un momento di grande importanza, nel senso che vi è possibile catturarne le potenti energie di Amore-Saggezza di cui la vostra Terra ha tanto bisogno.

Come sapete, voi siete dei trasmettitori di queste energie, e lo siete ancor di più quando arriva la luna piena. Per questo motivo vi chiediamo di accordare una attenzione molto particolare all’acqua che berrete dopo la celebrazione di questo momento.

Una grande coppa d’acqua verrà sistemata al centro del vostro gruppo o davanti a voi, se siete soli. Scegliete questa acqua con cura poiché essa è il ricettacolo delle energie di Shambhalla, così come di ciò che voi vi insufflerete in seguito. Intorno a questa coppa posizionate come preferite gli altri elementi: terra (sale), fuoco (candela), aria (incenso).

Dopo esservi preparati per una meditazione di trasmissione (cioè dopo avere stabilito un contatto con la Gerarchia Spirituale dei Maestri), lascerete fluire in voi le energie di Amore-Saggezza e le ritrasmetterete immediatamente intorno a voi, poi sempre più lontano, al ritmo del vostro respiro, fino a ricoprire tutta la Terra e anche oltre.

In seguito a questo, immetterete nell’acqua della coppa una qualità che vi piacerebbe offrire al pianeta, esprimendola a voce alta. Infine voi berrete un po’di quest’acqua accogliendola come accogliereste un carissimo amico. Visualizzate quest’acqua scorrere in voi e offrirvi la fluidità indispensabile al risveglio della gioia, indipendentemente dagli avvenimenti esterni.

Questo Wesak è un passo essenziale verso voi stessi, dovunque voi siate e qualunque siano le circostanze della vostra vita. E’ un richiamo a quello che siete, ma che molti tra di voi hanno dimenticato. Tutto è semplice, se sapete vederlo semplice, non dimenticatelo. Possa questo momento riempirvi di un’ onda di gioia e di pace in modo che la vostra Terra ne sia, anche lei, trasformata. Vi amiamo e vi salutiamo.

I  Solari

PS : per quello che mi riguarda, spesso aggiungo petali di rose (non trattate) che rappresentano il veicolo del cuore per quest’acqua.

Anne

 

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