Come già esposto nella pagina dedicata al coaching, nel sito cui questo blog appartiene, ci troviamo in un’epoca in cui le energie che arrivano sulla Terra sono di frequenza sempre più elevata. Questo perché il sistema solare, a causa del suo movimento ciclico all’interno della galassia, occupa attualmente una posizione che si verifica ogni 26.000 anni e che sancisce un cambio di Era.
Prende ora avvio un’Era in cui è previsto il superamento della concezione egoica della vita, della competizione e della ricerca del potere, come anche delle credenze limitanti. Questi valori dovranno essere sostituiti dal senso di fratellanza, dalla cooperazione, dall’orientamento alla spiritualità, dal rispetto di Madre Terra e di ogni forma di vita che essa ospita.
Queste nuove energie più ‘sottili’ che arrivano stanno mettendo alla prova la stabilità sia degli individui che delle strutture sociali. Queste ultime, infatti, altro non sono che la proiezione esterna dell’assetto interiore dell’insieme degli individui, da qui il crescente caos che investe ogni settore della vita collettiva: si tratta della dissoluzione di tutto ciò che è legato ai vecchi valori.
In questo periodo gli esseri umani si trovano alle prese con la stimolazione dei centri al di sopra del diaframma e possono essere più o meno preparati a questo, a seconda di quanto nella loro esperienza di vita si siano focalizzati sulle energie istintuali e quanto sulle energie spirituali.
La Terra si sta portando verso la 5° dimensione, per cui le frequenze da cui ora siamo investiti spingono ad un trasferimento di energia dal 3° al 4° chakra, dal 2° al 5° e dal 1° al 7°. In termini esistenziali questo si traduce in uno stimolo a dare la preminenza all’amore piuttosto che alle emozioni e ad una affettività egocentrica; alla creatività come autorealizzazione piuttosto che alla creatività biologica; all’apertura al bene collettivo e alla voce dell’Anima invece che all’autoaffermazione ed alla vita vista esclusivamente come fisica.
Sottolineo che si tratta di dare la preminenza e non l’attenzione esclusiva.
Adeguarsi a tutto questo può non essere semplice, perché non è un processo automatico, ma richiede invece la nostra gestione. Da anni nel web circolano elenchi di “sintomi da ascensione”, che comprendono un po’ di tutto, ma non mi è capitato di leggere che il loro superamento investe la nostra responsabilità: ogni trasformazione infatti passa attraverso la nostra consapevolezza e la nostra facoltà di scelta. Può anche succedere che qualche trasformazione abbia luogo senza che ne sia investito il livello cosciente, però questo avviene quando si è già in grado di sentire la voce dell’Anima e quindi si accoglie senza opporre resistenza quel che sta accadendo dentro di noi.
Allora cosa dobbiamo fare per mantenere il nostro equilibrio o ritrovarlo quando siamo agitati, non stiamo bene, abbiamo dei problemi concreti o ci confrontiamo con emozioni molto diverse che in passato?
La risposta è che dobbiamo sintonizzarci con l’onda ascensionale elevando le nostre frequenze e questo avviene sviluppando o potenziando le qualità superiori precedentemente citate: amore, creatività, contatto con l’Anima.
Abbiamo degli strumenti per raggiungere questo scopo. Innanzitutto quello che è decisamente prioritario è assumere il controllo dei nostri pensieri. La prima massima occulta, infatti, è: “L’energia segue il pensiero”. In altre parole è il pensiero che dà la direzione all’energia: dove posiamo la nostra attenzione lì fluisce l’energia.
Ogni pensiero è sempre unito ad un’emozione ed è l’intensità di quest’ultima a stabilire qual è la forza del nostro pensiero: più intensa l’emozione, più potente il pensiero ad essa collegato. I pensieri-emozioni danno luogo alle cosiddette “forme pensiero”, le quali creano in forma fisica e reale: non nel senso che fanno comparire oggetti dal nulla, poiché questo rimane difficile su questo piano, bensì nel senso che attraggono nella nostra esperienza ciò che corrisponde al loro contenuto, così chi si considera una vittima attrae il suo carnefice e chi teme che gli venga rubato il portafoglio attrae il ladro che avvera la sua paura. Come pure chi si considera fortunato vedrà facilitato tutto ciò che intraprende.
Già dalla fine degli anni ’90 esperimenti scientifici hanno dimostrato che il comportamento delle particelle subatomiche è influenzato dalle convinzioni degli osservatori. Le nostre forme-pensiero si configurano pertanto come il linguaggio che ‘parla’ alla sostanza quantistica di cui è costituita la nostra realtà ed essa si organizza secondo quanto le trasmettiamo.
I pensieri e le emozioni ad essi connesse tendono a rinforzarsi a vicenda, in quanto un pensiero negativo genera un’emozione negativa, la quale stimola la produzione di pensieri negativi, che a loro volta incrementano emozioni negative e così via in un circolo vizioso che soltanto la nostra scelta di riprendere il controllo dei nostri pensieri può spezzare. Le forme pensiero, inoltre, una volta emesse, si raggruppano con altre della stessa natura prodotte dal collettivo, dando luogo ad enormi serbatoi di energia qualificata che vengono chiamati “egregore” e con cui ci connettiamo automaticamente quando nutriamo reiteratamente pensieri di natura corrispondente. Se questo meccanismo può andare a nostro vantaggio quando, per esempio, riflettiamo sulla soluzione di un problema scientifico, perché allora si riversano nella nostra mente i pensieri già formulati da altri ricercatori, non altrettanto si può dire nel caso ci trovassimo, per esempio, ad indugiare per un certo periodo su pensieri che danno tristezza, poiché il rischio è di essere travolti da un flusso di tristezza che va ben oltre quella generata da noi e che attirerà nella nostra esperienza nuovi motivi di afflizione.
Tutto questo evidenzia la necessità di esercitare un controllo sui pensieri e anche se può sembrare difficile, è importante sapere che POSSIAMO FARLO.
Tra le parti di noi che costituiscono la nostra personalità terrena, il livello mentale è quello che riveste la vibrazione più sottile e quindi più elevata. Le vibrazioni elevate sono in grado di influire su quelle inferiori, quindi i pensieri condizionano le emozioni ed anche il funzionamento del corpo, dal momento che esso risponde in via prioritaria al nostro assetto emotivo. Noi però siamo molto più del corpo fisico, delle emozioni e anche dei pensieri; siamo un Centro di Coscienza: un’Anima e uno Spirito. Dal nostro Centro di Coscienza, dove hanno sede le vibrazioni più elevate ed anche la volontà, possiamo disciplinare i nostri pensieri.
Attraverso il controllo del pensiero ed il ricorso alla nostra facoltà di scelta, possiamo salire quei gradini che ci conducono all’apertura del cuore ed alla creatività come libera e piena espressione della nostra individualità, che sono le condizioni per la nostra armonia in questa particolare epoca in cui viviamo. Questi gradini sono individuati da Anne Givaudan nel suo libro “Piccolo manuale per un grande passaggio”, benché lei non li chiami così, e riguardano essenzialmente l’accettazione, la fiducia ed il lasciar andare. Di seguito ne riprendo liberamente una sintesi.
L’accettazione costituisce il primo passo indispensabile per la realizzazione di qualsiasi cambiamento, dal momento che non si può cambiare quello che non si accetta. Come abbiamo visto i pensieri uniti alle emozioni manifestano la realtà. La non accettazione nasce dalla paura e la paura è un’emozione, perciò tutta l’energia incanalata nel rifiuto finisce per nutrire proprio ciò che non vogliamo.
La prima accettazione è nei confronti di noi stessi. Accettando integralmente ciò che siamo, fisicamente, mentalmente, moralmente, possiamo guardarci in faccia senza raccontarci delle frottole e valutare se ci siano degli aspetti di noi che vogliamo cambiare. Attraverso l’accettazione possiamo smettere di lottare contro ciò che non ci va più bene e cominciare ad agire per sviluppare l’energia opposta rispetto a ciò che consideriamo un difetto o una incapacità. Questo può avvenire fissando l’attenzione su ciò che vogliamo conseguire invece che su ciò che non vogliamo più.
Ma il cammino verso la nostra armonia richiede anche che noi accettiamo tutta la nostra vita nella sua globalità. E’ necessario accettare ciò che siamo stati, che abbiamo fatto, detto e pensato; ciò che abbiamo vissuto; di essere la punto in cui siamo; che gli altri siano come sono e che la nostra situazione è quella che è. L’accettazione non può essere solo intellettuale, ma va integrata nella realtà quotidiana. E’ solo in questo modo che possiamo determinare ciò che possiamo cambiare e ciò cui invece dobbiamo acconsentire perché non dipende da noi.
Questo introduce un altro punto importante che è quello della fiducia, che non è solo la fiducia in noi stessi, ma soprattutto nel fatto che ciò che la nostra anima attira a noi come avvenimenti, come incontri, come esperienze, è proprio ciò di cui abbiamo bisogno per conoscerci meglio, per permetterci di comprendere e andare oltre. Non significa naturalmente che dobbiamo rallegrarci di tutto, vuol dire invece che dobbiamo porci delle domande sul motivo per cui attiriamo quelle particolari cose. La fiducia non comporta rinunciare al nostro discernimento ed alla nostra facoltà di scelta: la nostra energia attira a noi incontri ed eventi, ma poi sta a noi scegliere come gestire la cosa.
Quanto al mollare la presa dobbiamo ricordare che stiamo effettivamente vivendo la morte della vecchia Terra e siamo di fronte ad una Terra nuova, così anche noi dovremmo agire come qualcuno che sa di dover morire e quindi decide di risolvere tutte le faccende in sospeso.
E’ importante perciò lasciar andare il passato e guarire le vecchie ferite praticando il perdono.
Bisogna lasciar andare anche il giudizio, che carica sugli altri energia pesante e noi di emozioni negative. E’ bene, invece, scegliere di nutrire stati d’animo come la gratitudine, perché in effetti nelle nostre giornate sono sempre presenti molti motivi per ringraziare: sono solo le nostre preoccupazioni ad impedirci di percepirli.
Tutto questo per vivere nella completezza e nella gioia. Può sembrare più complicato di quanto in realtà non sia: ce la possiamo fare!