La saggezza della disobbedienza-parte I°

Esiste una disobbedienza che non ha nulla a che vedere con la ribellione di chi non accetta limiti al proprio ego ed è invece una disobbedienza che proviene dall’ascolto dell’Anima. Essa richiede consapevolezza di sé, responsabilità, coerenza, e la sua attuazione richiede coraggio e fermezza: si tratta della disobbedienza alle imposizioni che vanno contro la nostra coscienza ed i nostri diritti.

Questi sono tempi particolari in cui, per effetto del compimento di grandi cicli cosmici, un Nuovo Mondo sta nascendo, mentre il vecchio, morente, si dibatte e distrugge.

Le Forze Oscure, che per il momento tengono ancora saldamente in mano le redini del mondo tramite i loro adepti nei governi, nelle istituzioni sovranazionali, nelle banche ed entro le case farmaceutiche, stanno accentuando sempre più la stretta del controllo violando in maniera sempre più palese e aggressiva la libertà individuale. Chi detiene le leve del comando, anziché tutelare i diritti ed il benessere dei popoli, in vario modo opera per comprometterne la salute, i mezzi di sostentamento e per sottrarre agli individui il tempo stesso della loro vita. Tutto questo a vantaggio di una ristretta élite.

Questo è dunque il momento in cui gli esseri umani più consapevoli sono chiamati ad essere i costruttori del Nuovo Mondo, disubbidendo a quanto ci viene imposto, per riappropriarci della nostra dignità, del tempo della nostra vita e del nostro talento.

Disobbedire non vuol dire mettere in atto azioni violente come le rivoluzioni armate, poiché la storia insegna che esse producono risultati solo temporanei. Ad esempio, la prima rivoluzione francese, le cui conseguenze furono la fine della Monarchia assoluta e la proclamazione della Repubblica, con emanazione della “Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino”, è poi terminata con il periodo imperiale napoleonico e la successiva Restaurazione da parte della nobiltà europea. Analogamente, alle rivoluzioni russe che portarono alla caduta dello zarismo, seguì il totalitarismo bolscevico con Lenin e Stalin.

Anche George Orwell, autore del celeberrimo “1984”, romanzo in cui preconizza lo stato di controllo e manipolazione cui siamo sottoposti nella nostra società attuale, in un’altra sua tristissima opera intitolata “La fattoria degli animali”, racconta di questo epilogo cui vanno soggette le rivoluzioni violente. Il libro racconta di come in una fattoria gli animali si ribellano ad un padrone umano crudele e dispotico, ma la rivoluzione poi si trasforma in una nuova tirannia capeggiata dai maiali, corrotti ed avidi di potere come gli umani, tanto da non potersi più distinguere gli uni dagli altri. In effetti sembra che questo romanzo sia stato ispirato dalla rivoluzione russa.

Tuttavia le rivoluzioni violente non sono l’unico modo per cambiare uno stato di cose. Ci sono stati uomini, divenuti poi grandi leader, che hanno prodotto enormi cambiamenti, e soprattutto definitivi, con metodi pacifici. Il più conosciuto è senza alcun dubbio Gandhi, che fu teorico e pioniere della resistenza all’oppressione tramite la disobbedienza civile di massa, strumento con cui ha portato l’India all’indipendenza dalla dominazione britannica e anche alla eliminazione della segregazione razziale degli immigrati indiani in Sudafrica, con il riconoscimento dei loro diritti civili, politici, religiosi.

Anche Martin Luther King jr. applicò le tecniche gandhiane della non-violenza. Organizzò, con molta cura per il luogo ed il momento, campagne di disobbedienza civile per le quali, come Gandhi, fu più volte imprigionato, conseguendo però la fine della segregazione razziale degli afroamericani ed il riconoscimento dei loro diritti civili: dal voto alla parità nel lavoro.

La differenza tra le rivoluzioni armate e la disobbedienza civile è certamente nel metodo usato, ma la scelta del metodo proviene dal livello di consapevolezza raggiunto dalle persone che si impegnano nel raggiungimento di un obiettivo, cioè da quali pensieri, sentimenti ed emozioni nutrono all’interno di sé, insufflandoli poi conseguentemente nel loro progetto. Sia Gandhi che Luther King erano persone che davano importanza allo Spirito, uno era un Mahatma indù e l’altro un pastore protestante, ed entrambi si mantenevano su posizioni d’amore.

Il primo diceva che: “Il genere umano può liberarsi dalla violenza soltanto ricorrendo alla non-violenza. L’odio può essere sconfitto soltanto con l’amore. Rispondendo all’odio con l’odio non si fa altro che accrescere la profondità dell’odio stesso”. Il secondo ha scritto un’opera che si intitola “La forza di amare”, la quale rappresenta la sintesi del suo pensiero: non con la violenza e la forza si può essere liberi, ma con l’amore.

Dunque è amore che loro hanno messo nelle loro azioni, mentre nelle rivoluzioni armate più che verosimilmente le emozioni impegnate erano rabbia, odio e paura. E’ ormai noto che il pensiero unito all’emozione crea la realtà ed anche che ogni energia emessa poi ritorna indietro. Così le vibrazioni elevate dell’amore hanno condotto, nei casi citati di disobbedienza civile, al risultato positivo, mentre le basse vibrazioni che hanno permeato le rivoluzioni armate hanno poi prodotto un ritorno di violenza.

E’ anche vero che sia Gandhi che Luther King sono entrati e usciti molte volte di prigione e che entrambi sono morti ammazzati: il mondo non era in mani amorevoli allora come non lo è ora. Essi però hanno tracciato una via e ora tocca agli esseri umani più consapevoli dello stato di cose raccogliere il testimone e scegliere di resistere a coloro che ci vogliono asserviti, malati e succubi. E’ un compito ormai ineludibile.

Bisogna mostrare con l’esempio che ci sono altri modi di esistere e non avere paura di disobbedire. Ci potranno essere dei costi, ma come disse Henry David Thoreau: “Mi costa meno in ogni senso incorrere nella pena prevista per la disobbedienza allo Stato di quello che mi costerebbe obbedire”. Costui, vissuto nella prima metà dell’800, si rifiutò di pagare le tasse che servivano a finanziare la guerra schiavista degli Stati Uniti contro il Messico e fu imprigionato per questo. Scrisse un’opera intitolata “Disobbedienza civile”, in cui sostiene che è ammissibile non rispettare le leggi quando vanno contro la coscienza e i diritti dell’uomo. A quest’opera fecero riferimento gli stessi Gandhi e Luther King e pure Tolstoj.

Per dare un’idea di come in certi casi sia necessario ed etico disobbedire, possiamo considerare l’obbligo vaccinale attualmente in vigore in Italia, ma già si sa che presto lo sarà anche in Francia e Germania; in seguito potrebbe estendersi ad altri paesi d’Europa.

Questa legge violenta, in quanto totalmente coercitiva e priva di qualsiasi giustificazione scientifica, approvata in un mese e mezzo, d’estate, in Italia, produrrà ingenti vantaggi economici alle case farmaceutiche e si può legittimamente presumere qualche vantaggio dello stesso tipo anche per l’attuale ministro della Sanità, Beatrice Lorenzin, che verrebbe così a collocarsi sulla scia dei suoi predecessori  De Lorenzo e Poggiolini, auspichiamo con lo stesso epilogo.

Altrettanti benefici non si prevedono per i vaccinati, che più facilmente vedranno compromessa la loro salute piuttosto che protetta, vuoi per l’età dei bambini, vuoi per il numero dei vaccini e la frequenza con cui devono essere somministrati, vuoi per la presenza al loro interno di sostanze tossiche estranee allo scopo di pertinenza. Non intendo entrare nel merito delle motivazioni scientifiche, reperibili in abbondanza nel  web, ma vi sono evidenze che essi possono generare delle reazioni avverse nel breve termine, morte compresa, come anche produrre danni permanenti più o meno invalidanti.

Vi è però ben più di questo. Già 100 anni fa, precisamente nella conferenza del 27 ottobre 1917, a Dornach, Rudolf Steiner disse si sarebbe arrivati a produrre un vaccino per impedire lo sviluppo della vita spirituale: “Nel futuro si eliminerà l’anima per mezzo dei farmaci. Con il pretesto di un ‘punto di vista salutare’ si troverà un vaccino mediante il quale l’organismo umano verrà trattato – quanto prima possibile, eventualmente direttamente alla nascita – in modo tale che l’essere umano non possa sviluppare il pensiero dell’esistenza di Anima e Spirito. Verrà affidato ai medici materialisti il compito di eliminare l’anima dell’umanità”.

L’aggressività e la perentorietà con cui si è arrivati ad approvare ed applicare questa legge consentono di dedurre che il vaccino profetizzato da Steiner sia stato prodotto e che venga a forza somministrato proprio ora che siamo in piena crescita dei risvegli della coscienza, ora che molti bambini nascono con facoltà speciali, ora che un Nuovo Mondo legato allo Spirito si affaccia.

Fortunatamente si sta sviluppando un’onda di rifiuto dei vaccini, seppur ancora minoritaria. Ma se non è possibile al momento la disubbidienza di una massa critica di persone (si dice sia l%), che sarebbe risolutiva, si può però disubbidire individualmente o in gruppi, senza alcuna violenza e per amore dei nostri bambini.

C’è chi saggiamente si organizza per evitare l’inoculazione massiccia di vaccini nei propri figli; sono nate infatti associazioni di genitori che hanno dato vita a scuole di educazione parentale, le quali non rientrano nell’ambito di applicazione della legge Lorenzin, come non vi rientrano nemmeno quei villaggi ecologici autogestiti ed autosufficienti che vanno crescendo di numero anche in Italia: a fine 2016 nel nostro territorio nazionale se ne contavano 36.

Il saper disubbidire per rispettare ciò che la nostra coscienza ci suggerisce significa che siamo in contatto con il nostro Sé e che stiamo correttamente percorrendo il sentiero evolutivo.

La seconda parte di questo post, che sarà pubblicata nei prossimi giorni, consisterà nella testimonianza di un’anima, al momento disincarnata, sul come abbia duramente dovuto imparare a disobbedire agli ordini.

 

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